Benché questo aspetto non sia ad un primo sguardo sempre evidente, gli elementi geografici sono una componente onnipresente di qualsiasi tipo di informazione e quindi di conoscenza. Possiamo cioè dire che siano un elemento costitutivo del sapere e quindi della sua trasmissione. Il dove è una domanda basilare, ma a volte nascosta, di ogni processo didattico e ciò avviene nelle discipline più disparate. Nelle scienze storiche e sociali senza dubbio (gli eventi si svolgono in un luogo oltre che in un tempo), in quelle umanistiche in generale (in quanto implicano relazioni tra uomini che sono determinate anche geograficamente), in molta parte dell’ingegneria e nell’architettura (perché i manufatti sono inseriti in un contesto territoriale e ne sono condizionati) e nelle scienze della natura (poiché tutti i fenomeni della natura sono determinati dai fattori locali).

Sia dal punto di vista dell’analisi finalizzata alla ricerca sia da quello più strettamente didattico la tecnologia oggi è in grado di fornire un ambiente trasversale che consente di formalizzare e assistere il processo analitico, automatizzandone una parte e favorendo così il ragionamento e le capacità logico-associative.

Questo aspetto si riversa utilmente anche nella didattica in quanto gli ambienti e le piattaforme attuali sono diventate progressivamente più intuitive e hanno svincolato l’utilizzo della tecnologia dalla necessità di possedere competenze specifiche. In questo modo la geografia basata sull’analisi di componenti e relazioni tra componenti diventa più facilmente praticabile da tutti all’interno del nuovo quadro tecnologico.

Il Corso Estivo Insegnare con la geografia digitale  è un progetto pilota, un prototipo che punta a superare una forma ancora in buona parte elitaria della cultura degli esperti GIS e WebGIS, contaminandola con l’esperienza viva e la competenza sul campo dei docenti che lavorano nel contesto reale della scuola.

In questo modo i due concetti espressi sopra (centralità della conoscenza del dove trasversale a tutto il sapere e nuove potenzialità offerte dal quadro tecnologico attuale) si combinano e vanno a sintesi permettendo di affrontare nuove sfide educative commisurate al mondo sempre più complesso in cui viviamo.

Quali sono dunque le tecnologie significative per affrontare questo tema in modo adeguatamente attrezzato?

La tecnologia GIS rappresenta il quadro più adatto per l’analisi e la rappresentazione spaziale dei fenomeni complessi. Le applicazioni sono diventate progressivamente più intuitive e con il perfezionamento tecnologico l’attenzione si è spostata su due aspetti complementari:

da un lato la condivisione delle risorse, del processo e dei risultati del lavoro attraverso gli strumenti di WebGIS, dall’altro la riflessione sulle modalità più efficaci di presentazione dei risultati. Nasce in questo modo uno strumento come la Storymap che combina gli strumenti analitici del GIS con la capacità “narrativa” già insita nelle mappe tradizionali.

È compito tipico di una pedagogia della conoscenza fornire strumenti che consentano di smontare i fenomeni immaginando anche differenti analisi e scenari alternativi e comprendendone in maniera più chiara l’interconnessione.

Non è dunque un problema di tecnologia, quello che viene erroneamente percepito come maggiore capacità dei nativi digitali di maneggiare tecnologie che sfuggono ai loro stessi insegnanti: questa visione è deformata perché nella realtà spetta al docente trasformare la tecnologia in uno strumento attivo attraverso la propria visione complessa che in una storymap si tradurrà nella maggior ricchezza di informazioni, evidenze e relazioni incorporate nelle mappe. Una visione complessa facilitata dalla tecnologia che la rende riversabile all’interno di una piattaforma, un ambiente articolato in cui è possibile compiere altri passi in avanti nella implementazione di una didattica sempre più partecipativa.

La piattaforma ArcGIS con i suoi strumenti cloud consente di riunire in un solo ambiente lo strumento di storytelling attraverso mappe, portando sul web la struttura delle classi e permettendo quindi un lavoro attivo agli studenti, da soli o in gruppo, sotto la guida del docente.

La formazione ai temi della complessità può trovare un ambiente favorevole in una tecnologia che è nata per analizzare fenomeni complessi (ed anzi è uno dei principali strumenti professionali al servizio di tale analisi) e che nel tempo si è progressivamente orientato verso la rappresentazione, la spiegazione e la narrazione della complessità, rivestendo il nocciolo tecnologico di un insieme di strumenti multimediali e della ricchezza delle risorse messe a disposizione dalla rete che stimolano lo sviluppo di competenze attive essenziali per un percorso formativo aggiornato.

Il corso sarà strutturato in una parte introduttiva nella quale saranno presentate le potenzialità dello strumento ArcGIS Online e da una parte pratica durante la quale i docenti, seguiti da tutor d’aula, creeranno le proprie storie, le proprie lezioni. Lo strumento ha carattere trasversale e pertanto potrà interessare non solo i docenti di geografia, ma anche docenti di diverse discipline sia di ambito umanistico che scientifico e tecnologico. Ai partecipanti saranno forniti materiali e indicazioni in modo da ottimizzare il lavoro che sarà svolto in presenza.

Le attività si svolgeranno in un’aula attrezzata e saranno condotte da docenti delle Università di Siena e di Firenze e di Esri Italia.

Il corso è riconosciuto come attività di aggiornamento professionale.