Il protocollo, in vigore da oggi 1o ottobre 2019, è l’attuazione del “Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’Aria” sottoscritto il 4 giugno scorso a Torino dal primo ministro Giuseppe Conte e dai sei ministeri  di Ambiente, Economia, Sviluppo economico, Infrastrutture e trasporti, Politiche agricole, Salute, insieme con le Regioni e le Province autonome al fine di prevenire e fronteggiare tempestivamente i superamenti dei valori limite di concentrazione atmosferica del materiale particolato PM10 e del biossido di azoto (registrati sul territorio nazionale dal 2005).

Le misure del protocollo riguardano i settori maggiormente responsabili dell’inquinamento: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa. Il blocco periodico della circolazione dei veicoli a motore euro4 rientra nell’Ambito di intervento sulla Mobilità alla misura denominata “Azione 5. Disincentivo all’utilizzo di veicoli ad alte emissioni inquinanti” consultabile online. Il protocollo è infatti pubblicato sui relativi siti web istituzionali delle Parti firmatarie di cui ciascuna è tenuta ad assicurare un’adeguata conoscenza al pubblico delle misure che ha adottato in attuazione dei provvedimenti, delle proposte, dei documenti e degli studi elaborati ai sensi del presente protocollo.

Il Piano d’azione ha una durata di 24 mesi, -prorogabili a partire dalla data della firma- con uno stanziamento di fino a 400 milioni annui e azioni specifiche nei seguenti macro ambiti d’intervento:

Misure trasversali, che vanno dalla razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi al già citato fondo annuale per il finanziamento del Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico;

Agricoltura, con interventi per l’abbattimento delle emissioni di ammoniaca e limitazioni all’abbruciamento dei residui vegetali;

Mobilità, con l’introduzione di criteri ambientali nella circolazione in ambito extraurbano, limitatamente ai tratti autostradali adiacenti ai centri urbani, con particolare riferimento alla riduzione dei limiti di velocità.

-Riscaldamento civile, con misure di riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalle stufe a biomassa e dagli impianti termici alimentati a biomassa

Uscita dal carbone, prevista per l’Italia nel 2025, con un’accelerazione per le centrali termoelettriche che ricadono nelle aree oggetto delle procedure di infrazione, attraverso la loro chiusura o la loro trasformazione.

Presso la presidenza del Consiglio dei ministri è istituita la “Unità di coordinamento del piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria”, che deve individuare, entro 6 mesi dal proprio insediamento, ulteriori misure eventualmente adottabili a livello nazionale e a livello locale in materia di contrasto all’inquinamento atmosferico e per il miglioramento della qualità dell’aria, formulando al riguardo puntuali proposte di razionalizzazione e di semplificazione.

L’Unità di coordinamento, invierà periodiche relazioni di aggiornamento alle Parti sull’attuazione del Piano, segnalando eventuali carenze nella attuazione e nel raggiungimento dei rispettivi obiettivi e individuando, al contempo, possibili soluzioni e misure alternative.

In ambito agricolo sono previsti interventi per l’abbattimento delle emissioni di ammoniaca e limitazioni all’abbruciamento dei residui vegetali. Nell’ambito della mobilità si introducono, invece, criteri ambientali nella disciplina della circolazione in ambito extraurbano, limitatamente ai tratti autostradali adiacenti ai centri urbani, con particolare riferimento alla riduzione dei limiti di velocità.

Si prevede la possibilità di autorizzare nelle città la sperimentazione della circolazione su strada di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, quali segway, hoverboard e monopattini. Si disincentiva l’utilizzo di veicoli ad alte emissioni inquinanti. Infine, viene promossa la mobilità attiva, soprattutto nei percorsi casa scuola e casa-lavoro.

Sul fronte del riscaldamento civile sono previste dal piano d’azione misure di riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalle stufe a biomassa e dagli impianti termici alimentati a biomassa ma anche limitazioni all’utilizzo degli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio e la qualificazione degli installatori di impianti alimentati a fonti rinnovabili.

Dal piano, infine, si ribadisce “la necessità dell’uscita dal carbone, prevista dall’Italia nel 2025, con un’accelerazione per le centrali termoelettriche che ricadono nelle aree oggetto delle procedure di infrazione, attraverso la loro chiusura o la loro trasformazione”, afferma il ministero dell’Ambiente.

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